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Traffico aereo, il settore si riorganizza tra tante novità per compagnie tradizionali e low cost

Uno dei termometri per misurare lo stato di salute dell’economia è dato dal trasporto aereo. Il settore è stato paralizzato dalla crisi sanitaria, ha subito un rallentamento senza precedenti che ha sfiorato il 100% dello stop del traffico in tutto il mondo. Il quadro italiano è stato aggravato da importanti crisi pre pandemia, Alitalia su tutti. Dal 15 giugno con la riapertura dei principali scali aerei italiani il settore ha ripreso a risalire la china. Le quattro compagnie italiane ancora sul mercato Alitalia, Air Dolomiti, Neos e Blue Panorama hanno creato una piattaforma comune di collaborazione su più versanti. Il primo riguarda gli accordi commerciali con l’avvio di voli in codeshare su destinazioni turistiche e rotte nazionali ed europee non raggiunte direttamente. Inoltre è allo studio la possibilità di efficientare la manutenzione utilizzando di più le risorse di Alitalia e in futuro potrebbero essere fatti acquisti congiunti di aerei, parti di ricambio, ma anche servizi per ottenere maggiori sconti dai fornitori. In sede politica il pool delle compagnie tricolore che si chiamerà TAI (Trasporto Aereo Italiano) chiede poi che il sistema degli incentivi aeroportuali diventi più trasparente e meno sbilanciato a favore delle compagnie low cost, tanto che questa alleanza delle 4 compagnie italiane per gli esperti va letta proprio in chiave anti-low cost.

Anche da quel fronte arrivano richieste per superare le difficoltà del momento caratterizzato da poche prenotazioni, regole più meno ferree negli scali aeroportuali e poco armonizzate tra loro. Proprio per non perdere competitività secondo l’AICALF (Associazione Italiana Compagnie Aeree Low Fares) è arrivato il momento di seguire le indicazioni della Commissione Europea sugli aiuti statali per garantire anche in Italia gli stessi parametri ed indicazioni di sicurezza stabiliti a livello europeo. L’Italia resta molto attraente per le compagnie low cost anche per gli incentivi ricevuti dallo stato che sono stati quantificati in almeno 391 milioni di euro nel 2019 (fonte Corriere della Sera). Ryanair che è anche il vettore che in Italia trasporta più passeggeri, oltre 40 milioni, quasi il doppio di Alitalia (21,2 milioni), ottiene la fetta maggiore con almeno 260 milioni di euro di incentivi. Seguono a molta distanza EasyJet, Volotea, Vueling, Wizz Air, Norwegian Air e Blue Air. Le agevolazioni sono disparate, si va dai comuni incentivi al traffico e sviluppo delle rotte, a quelli sull’handling e sul parcheggio, sino al supporto al marketing.

Eppure ad oggi gli aeroporti stentano a ripopolarsi nella fase post pandemia, difficilmente le compagnie aeree vanno oltre ad un 40 per cento di ripristino del loro traffico pre emergenza in tutta Europa, la ripartenza è molto graduale, le compagnie aeree sono ancora alle prese con le questioni relative al distanziamento a bordo dell’aereo, alla mascherina obbligatoria e da cambiare ogni 4 ore di volo e procedure di imbarco e sbarco difformi tra i vari aeroporti. Anche per le valigie le compagnie vanno in ordine sparso, l’Italia all’inizio chiedeva regole stringenti sui bagagli da portare a bordo che altrove in Europa non sono state applicate. I meccanismi di rimborso sono ancora controversi, l’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) ha richiamato le compagnie a rispettare il regolamento europeo che prevede in caso di cancellazione del volo il diritto al rimborso economico e non al voucher per il passeggero. E pratica commerciale scorretta viene considerato vendere biglietti per voli che le compagnie poi effettueranno solo se riusciranno a riempire tutto l’aereo.

Per il capitolo Alitalia il governo lavora sempre alla NewCo affinchè il piano industriale sia in discontinuità con i precedenti modelli, consenta all’Italia, nel rispetto dei principi di concorrenzialità e di libera iniziativa economica, di disporre di una compagnia aerea in grado di competere sul mercato internazionale”. I vertici di Alitalia intanto continueranno a negoziare con le società aeroportuali nuove tratte nazionali, fatte le dovute verifiche sulla domanda che nonostante tutto viene segnalata in ripresa.

Il tema ‘salvataggi’ nel vecchio continente non riguarda solo Alitalia ma anche un gigante come Lufthansa, la compagnia tedesca sta cercando di ottenere il via libera dal parlamento di Berlino ad un piano che comporta l’ingresso del governo nel capitale con una quota del 20%. Lufthansa ha annunciato che dovrà chiedere la tutela del fallimento se un accordo sul pacchetto di salvataggio non sarà approvato in tempi brevi.