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Roma perde il confronto con Milano in Pil e produttività, ma la capitale e il Lazio danno un forte impulso alla crescita di green economy e biotech

L’economia di Roma e del Lazio mostra indicatori contrastanti, in un mix di segnali positivi e negativi, ma sempre comunque in una oscillazione che rende possibile il rilancio. La Capitale negli ultimi 15 anni ha perso il confronto con Milano in termini di produttività, assorbimento di occupazione e tecnologia, oltre a realizzare meno investimenti pubblici. Questo quadro è stato tracciato all’interno del primo rapporto di Banca del Fucino, capogruppo del Gruppo Bancario Igea Banca che si è soffermato sulle prospettive di crescita dopo la pandemia. Nei 6 principali driver di crescita identificati nel report: le Costruzioni, il Manifatturiero grazie in particolare ai settori della Farmaceutica, dell’Aerospazio e dell’Audiovisivo, le Utilities, i Servizi turistici, il Commercio e la PA Roma è in ritardo. Il contributo della Capitale al Pil è pari solo al 9,4%.

Nel tradizionale confronto con Milano, Roma ha subito un forte deterioramento. La città lombarda ha visto il suo livello di produttività crescere del 36% negli ultimi 15 anni. Dal 2007, spiega il rapporto, “si realizza un’inversione nelle posizioni delle due principali città italiane in termini di produzione di ricchezza e assorbimento di occupazione. Nel 2007 Roma sopravanzava Milano nelle dimensioni del valore aggiunto prodotto (+10,2%) e occupava l’8% in meno di addetti. Nel 2020 il vantaggio si può considerare del tutto svanito: il valore aggiunto romano è risultato 9,5 punti inferiore a quello milanese, mentre gli occupati sono risultati superiori del 22%. Ciò significa che Roma ha perso quasi il 40% di produttività rispetto a Milano.

Inoltre, si apprende sempre nel report, il valore cumulato degli investimenti pubblici della città di Roma ha iniziato ad arretrare rispetto a quello di Milano nel 2011 e la forbice tra le due città si è allargata dopo il 2013. La spesa per investimenti del comune di Roma si è fermata a 7,9 miliardi, mentre a Milano si è arrivati a 11,1 miliardi di euro.

Sarà il prossimo biennio a dire se è possibile un’inversione di tendenza, la previsione dello studio è di una “prossima crescita cumulata nel prossimo quadriennio superiore di 2.5 punti rispetto al dato medio italiano”.

Roma insieme al Lazio d’altro canto possono presentare numeri molto favorevoli in alcuni comparti nel quale la Regione spicca per il sistema delle imprese eco sostenibili, ad affermarlo è il rapporto Greenitaly Symbola-Unioncamere. La regione si colloca al settimo posto a livello nazionale per imprese che hanno fatto eco investimenti tra il 2016 e il 2019. Sono quasi 30 mila, il 10% del totale. Per province però Roma (oltre 20 mila) è la seconda a livello nazionale, dopo Milano e tallonata da Torino. Dunque a Roma si concentra un terzo delle imprese eco sostenibili. Secondo la numerosità assoluta di contratti relativi a green jobs la cui attivazione è prevista dalle imprese nel 2020, il Lazio è la terza regione a livello nazionale, con più di 111 mila assunzioni, e un’incidenza del 9,6% sul totale nazionale. E se andiamo a vedere le province, Roma è la seconda con più di 86 mila assunzioni.

Ma le prestazioni migliori del Lazio si registrano nel comparto delle imprese biotecnologiche dove la regione si conferma la seconda regione italiana per aziende biotech, un dato emerso nell’ultima Biotech Week, la settimana dedicata alle possibili applicazioni delle nuove invenzioni nei sistemi biologici. Per l’Istituto Enea le 70 imprese del territorio attive nel settore impiegano 2.200 dipendenti e producono circa 2,7 miliardi di euro l’anno, pari al 22% del totale nazionale. Il 64% delle società è impegnato quasi esclusivamente nel ramo della salute che comprende i vaccini, diagnostica e principi attivi. Tra le province laziali spiccano Roma e Latina che accolgono il 90% delle società e che da sole generano il 99% dei ricavi del Lazio. E in una sorta di competizione interna, Roma triplica la forza lavoro e i ricavi del sud pontino; le aziende inoltre cercano forza lavoro specializzata in Biotecnologie con una crescente richiesta di esperti d’area.