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Open Innovation: per il sistema delle imprese la strada per crescere di più con idee e competenze che guardano al futuro

Le imprese che intraprendono le strade dell’Open Innovation crescono due volte di più in competitività, occupazione e vendite. L’esempio arriva dai giganti tech americani che si allargano e innovano acquisendo tecnologie, soluzioni e know how dall’esterno, ma se il 75 per cento delle multinazionali nel mondo ha adottato stabilmente programmi di innovazione aperta, in Italia il dato è fermo al 25 per cento delle aziendeche si sono aperte a fonti esterne. Tuttavia, si può intravedere una tendenza di crescita nella diffusione di un modello di innovazione secondo il quale le imprese per crescere non si basano più soltanto su idee e risorse interne, ma ricorrono anche a strumenti e competenze tecnologiche che arrivano dall’esterno, in particolare da startup, università, istituti di ricerca, fornitori, inventori, programmatori e consulenti.

Gli esempi non mancano anche nel nostro paese tra importanti player nei settori energy, bancario, automotive, ma anche in comparti come la Pubblica amministrazione.  È il caso di Trentino Sviluppo, l’agenzia della Provincia autonoma di Trento per le politiche economiche e industriali che ha promosso e alimentato un ecosistema in grado di dare ospitalità ad aziende e startup impegnate in progetti innovativi nei settori più vari: dalla meccatronica all’edilizia sostenibile, dall’agrifood all’agritech, dall’energia green fino alle tecnologie applicate allo sport.

Un impulso è atteso anche dall’Unione europea che ha stanziato più di 285 milioni di euro per sostenere l’accesso ai banchi di prova per l’innovazione aperta (OITB, Open Innovation Test Bed) che forniscono accesso alle strutture fisiche e ai servizi necessari per lo sviluppo, il collaudo e l’ampliamento di produzione dei materiali nanotecnologici e avanzati.  Questo modello di innovazione aperta, secondo quanto afferma il servizio Comunitario di Informazione in materia di Ricerca e Sviluppo “dispone del potenziale per ridurre costi, rischi di investimento e tempi di commercializzazione per i materiali arricchiti con le nanotecnologie, il che lo rende particolarmente attraente per le PMI. Inoltre, potrebbe armonizzare le condizioni per la caratterizzazione, la modellizzazione e l’ampliamento produttivo dei materiali al fine di migliorare l’accesso al mercato. Ciò può rendere accessibili i materiali nanotecnologici e avanzati a tutti i settori industriali, favorendo così la transizione a tecnologie più ecologiche”.

E a proposito di ambiti che possono avvantaggiarsi dall’open innovation c’è anche la nanomedicina, nella quale ritroviamo un ulteriore intervento finanziato dall’Unione Europea per la realizzazione di una piattaforma ad accesso aperto per promuovere lo sviluppo di dispositivi medici di nuova generazione basati sulle nanotecnologie. 34 partner di un progetto, coordinati dal dipartimento della salute dei Paesi Baschi di Gipuzkoa, in Spagna, stanno collaborando alla realizzazione di una piattaforma per il banco di prova per l’innovazione aperta che fungerà da punto di accesso unico per le imprese e le istituzioni che intendono commercializzare tecnologie mediche nano-attivate. L’attenzione è rivolta all’intero ciclo di vita dello sviluppo di un dispositivo, dal suo concepimento fino alle fasi di test, valutazione, ampliamento, approvazione normativa e, infine, alla valorizzazione del potenziale commerciale.