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L’Information Technology di Nethex e il suo ruolo chiave nella predisposizione e gestione delle attività in Smart Working

Il mese scorso abbiamo descritto in un racconto corale come Nethex ha vissuto il più grande processo di riorganizzazione del lavoro in sicurezza della sua storia. L’attività di remotizzazione del lavoro ha riguardato la totalità della forza lavoro ed un ruolo decisivo lo ha avuto la divisione di Information Technology di Nethex alla quale abbiamo chiesto di tracciare un bilancio sull’ideazione e la messa in atto delle operazioni, anche dal punto di vista tecnico. “L’emergenza Covid-19 ha avuto sicuramente un forte impatto sulla nostra organizzazione aziendale ed ha richiesto un grande impegno per garantire al meglio la continuità dell’attività produttiva – racconta Michele Mastrella, Direttore IT del Gruppo – Non c’è dubbio che, rispetto ad altre filiere produttive in cui non si può prescindere dalla presenza fisica, la nostra attività lavorativa ha la possibilità, nella maggior parte dei casi, di essere svolta da remoto e quindi lo sforzo del reparto IT è stato indirizzato principalmente, nei primi giorni dell’emergenza, all’abilitazione della modalità di lavoro da remoto per tutte le componenti aziendali. Questo ha richiesto non soltanto la predisposizione dell’infrastruttura tecnologica di supporto, ma anche la configurazione di tutte le postazioni di lavoro utilizzate dal personale”.

Complessivamente sono state configurate oltre 500 postazioni di lavoro da remoto, la cui complessità è stata molto varia, in dipendenza delle esigenze specifiche dei servizi che supportavano. L’emergenza ha costretto a ricorrere in maniera praticamente esclusiva allo smart working, svelando anche delle prospettive future per il lavoro da casa, sia pure con il suo portato di vantaggi e svantaggi, Alessandra Simoni, Coordinatore dei Servizi IT di Nethex: “La possibilità di lavorare dalla propria abitazione ha senz’altro azzerato i tempi e i costi per gli spostamenti da e per la sede di lavoro, un aspetto che anche dopo il termine, sperabilmente prossimo, dell’emergenza rimarrà un sicuro vantaggio sia a livello individuale sia anche a livello sociale per mitigare l’impatto ambientale dei trasporti. Questo sarà ancora più vero nella fase di ripartenza delle attività lavorative, quando sui trasporti pubblici sarà necessario mantenere un rigoroso distanziamento sociale. La mancanza di separazione tra l’ambiente domestico e quello lavorativo può comportare però la difficoltà a definire uno spazio dedicato allo svolgimento dell’attività lavorativa in maniera appropriata evitando che si creino interferenze tra i due ambiti che in entrambi i contesti producono disagi e complicazioni. L’interazione diretta con i colleghi è sicuramente un importante elemento che viene a mancare nella modalità di lavoro da remoto e, sebbene possa essere molto efficacemente supportata dall’utilizzo degli strumenti di collaborazione di cui l’azienda dispone tramite la piattaforma Microsoft O365, la componente della socializzazione risulta inevitabilmente penalizzata. In ottica di adozione stabile della modalità di lavoro da remoto, si ritiene importante stabilire dei momenti di lavoro in sede per garantire che il senso di appartenenza e la socializzazione tra le persone siano salvaguardati”.

Quello che è avvenuto nei primi giorni di Marzo in Italia e poi in tante parti del mondo ha evidenziato l’esigenza di rendere flessibili certe dinamiche del lavoro quotidiano, ma dov’è che lo smart working funziona meglio? “La maggior parte delle attività lavorative della nostra azienda possono essere agevolmente svolte da remoto grazie al supporto delle tecnologie e delle piattaforme disponibili. Sicuramente le attività che sono penalizzate sono quelle nelle quali la componente umana è fondamentale, come ad esempio le attività di coaching, ad esempio quelle che i Team Leader svolgono nei confronti degli operatori”.

Un’altra sfida è stata rappresentata dalla necessità di tenere al sicuro i dati trattati ogni giorno dalle tante postazioni di lavoro, anche qui è tempo di bilanci: “La modalità di lavoro remoto comporta rischi relativi alla sicurezza dei dati che vengono trattati e che devono essere adeguatamente e attentamente valutati e gestiti congiuntamente con i Clienti a cui sono rivolti i nostri servizi. L’adozione di meccanismi di collegamento sicuri tramite VPN su protocolli IP Sec ha consentito ad esempio di garantire che l’accesso ai sistemi aziendali sia permesso solo a chi è espressamente autorizzato e possiede uno specifico certificato installato sulla propria postazione.

Con lo sguardo al domani il team IT di Nethex sta ora lavorando alla fase del graduale ritorno a dinamiche operative che se non saranno del tutto uguali a prima comunque vedranno gli uffici ripopolarsi: “A tale scopo stiamo sviluppando un’applicazione Web a supporto dell’intero processo di Prenotazione delle Postazioni di Lavoro e registrazione degli accessi. Questo perchè il rientro in sede dopo il periodo di chiusura dovrà essere affrontato con estrema cautela e soprattutto rispettando rigorosamente le prescrizioni che le normative imporranno per il distanziamento sociale. Sarà quindi necessario definire quali postazioni di lavoro potranno essere occupate e quali no, gestirne la prenotazione e registrarne l’occupazione, per essere in grado, in caso di necessità, di ricostruire i contatti tra le persone”.