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L’incertezza spinge quotazioni e investimenti nell’oro. I caveau si riempiono per proteggere il portafoglio dai rischi dei mercati finanziari

Gli operatori finanziari conoscono bene il fenomeno, l’oro ha il suo momento di grazia nelle fasi di turbolenze economiche, torna sempre ad essere preferito alla volatilità di azioni e obbligazioni. La straordinarietà di questi tempi lo ha riportato sotto i riflettori, l’oro ad inizio agosto ha sfondato i 2.000 dollari l’oncia (circa 64 dollari al grammo), non era mai successo negli ultimi dieci anni. Da inizio 2020 il prezzo è aumentato del 30 per cento, superando persino il rally del settore tecnologico del Nasdaq. La corsa del metallo giallo ha origine alla fine del 2018, ma il suo slancio più importante è legato alle inquietudini economiche prodotte dalla pandemia di Coronavirus.

Gli investitori puntano su questa commodity perchè è previsione prevalente che i tassi di interesse molto bassi e l’insufficienza degli stimoli governativi a sostegno dell’economia possano erodere il valore del dollaro e indebolire la propensione all’acquisto dei consumatori. L’aumento del deficit in Usa costringe poi gli investitori ad una maggiore prudenza sul mercato azionario, un esempio lampante lo ha fornito il celebre finanziere americano Warren Buffett che ha investito 565 milioni di dollari per comprare quote azionarie del colosso minerario canadese Barrick Gold Corporation, il secondo operatore mondiale dell’oro.

Ad apprezzarsi ci sono anche i titoli delle società aurifere quotate in borsa che presentano un rapporto rischio/rendimento molto buono per gli analisti, proprio in considerazione della fase che stiamo attraversando. Una fase caratterizzata dalla presenza di un ciclo deflazionistico, rafforzata dall’ipotesi di uno scenario di ripresa a forma di U che potrebbe spingere verso l’alto le posizioni speculative dei future sull’oro, spingendo le quotazione ben al di sopra dei 2.000 dollari l’oncia. Inoltre il metallo giallo continua ad essere un bene scarso e il fatto che non ci siano state nuove scoperte significative di oro dal 2016 ne accresce il valore, l’affidabilità delle società aurifere è poi migliorata al termine di un periodo di ricambio dei management e di ristrutturazione fiscale.

L’insieme di queste ragioni incoraggia il sentiment dei piccoli investitori italiani anche attraverso operazioni sulle società minerarie che si occupano di estrazione e lavorazione, qui si possono acquistare azioni in Borsa, oppure comprare quote di fondi comuni, le cosiddette azioni delle miniere da inizio anno hanno realizzato guadagni che oscillano tra il 29 e il 52%. Il modo più diretto per puntare sull’oro resta comunque acquistare direttamente i lingotti o le monete dai vari operatori specializzati in investimenti. Lo shopping dell’oro ultimamente si è molto semplificato anche perchè gli operatori del settore offrono anche il servizio di custodia nei loro caveau. I principali player sul mercato danno la possibilità di operare in qualsiasi momento, anche online, con la garanzia che tutte le operazioni siano effettuate su oro fisico realmente detenuto presso l’operatore. La conservazione in proprio del lingotto comporta una tassazione del 26% sulla plusvalenza, mentre per la custodia del valore ci sono commissioni in media dello 0.50% all’anno. In alternativa al lingotto vero e proprio si può percorrere anche la strada dei cloni (ETC, Exchange traded commodities) che quotati alla Borsa di Milano seguono fedelmente l’andamento del metallo giallo e possono anche essere riscattati ricevendo in cambio lingotti o monete d’oro. Anche qui la tassazione sul capital gain è del 26%, mentre i costi complessivi annui oscillano tra lo 0,2 e lo 0,50%.

Gli strumenti per investire dunque non mancano per quello che ciclicamente torna ad essere considerato un bene rifugio e le previsioni di molte banche d’affari vedono l’oro nel medio e lungo periodo a circa mille dollari in più rispetto ad oggi.