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La mobilità intergenerazionale dei redditi in Italia fa progressi ma restano forti diseguaglianze in termini di opportunità tra Nord e Sud e ‘gender bias’

Tante volte si è raccontata l’Italia come paese dagli scarsi e lenti cambiamenti, la mobilità intergenerazionale per reddito è invece in movimento costante ed è superiore a quella degli Stati Uniti, anche se diseguale tra le varie aree del Paese ed in questo purtroppo riproduce un copione ben noto: il Nord fa meglio del Sud. Lavoce.info ha analizzato una serie di dati e statistiche nazionali del ministero dell’Economia e delle Finanze e ne ha ricavato uno studio sulle posizioni reddituali dei genitori e quelle attese dei figli e le differenze ci sono.

Nel campo delle statistiche sul reddito, vengono utilizzati i quintili per determinare come questo viene distribuito tra la popolazione e l’analisi mostra che su 100 figli i cui genitori si trovano nel quintile più basso della distribuzione del reddito, solo 11 raggiungeranno il 20 per cento più ricco, una volta adulti. Al contrario per ogni 100 figli nati da genitori a reddito più elevato, almeno 33 rimangono nel quintile più alto della distribuzione del reddito da adulti. La mobilità verso l’alto è maggiore per i figli maschi, evidenziando quindi un chiaro ‘gender bias’ in termini di opportunità. La mobilità risulta più elevata anche per il figlio o la figlia primogenito/a. Inoltre, si ha una maggiore mobilità verso l’alto per i figli che, una volta adulti, migrano in altre regioni italiane. Pertanto, la mobilità geografica va di pari passo con la mobilità di reddito e la migrazione si rivela un elemento determinante per una maggiore mobilità intergenerazionale.

Da qui si passa proprio alle differenze geografiche dove i risultati mostrano grande divario Nord-Sud. Le province che si trovano soprattutto nel Nord-Est sono più egualitarie e offrono più mobilità di reddito verso l’alto. Al Nord, i figli di genitori con background familiare differente sono più simili nei loro risultati economici da adulti, e i figli di genitori poveri si trovano in una situazione economica migliore da adulti. La probabilità di passare dal 20 per cento più povero al 20 per cento più ricco della distribuzione nazionale del reddito è del 22 per cento per i figli che crescono a Milano e dell’8 per cento per quelli che crescono a Palermo.

Ci sono poi le categorie di appartenenza che denotano come le differenze siano fortemente correlate, con segno positivo, alle condizioni locali del mercato del lavoro e alla qualità scolastica, in particolare alla qualità della scuola materna e al livello dei servizi scolastici. Si ha una forte correlazione negativa invece con gli indicatori di instabilità familiare. L’insieme di tutti questi dati fa dire a Lavoce.info che la mobilità nel nostro paese è molto maggiore rispetto agli Stati Uniti (il paese con minore mobilità di reddito tra quelli con studi disponibili), ma inferiore rispetto a quella dei paesi scandinavi. In Italia si osserva inoltre una forte persistenza nei redditi più alti, dove la mobilità di reddito è persino più bassa che negli Stati Uniti. La mobilità intergenerazionale in Italia è inoltre superiore a quella del Canada e di poco inferiore a quella dell’Australia. Ne viene fuori un quadro che riguarda l’Italia nel quale sono ribaltate molte descrizioni di un Paese con una società paralizzata nelle sue dinamiche, ma dall’altra rivela diseguaglianze notevoli nel grado di mobilità verso l’alto, ma con un dato ulteriore a sostegno della validità dell’istruzione è che il miglioramento della qualità della scuola per i giovani può essere cruciale per determinare una maggiore mobilità verso l’alto tra le generazioni.